Fin dal principio, la mia vita è sempre stata caratterizzata dal movimento. Una giostra continua di su e giù emozionali, spostamenti fisici, viaggi.
Un senso di irrequietezza mi ha sempre travolto nello stare a lungo ferma in un posto e per questo ho sempre trovato vie di fuga mentali e fisiche. Lo studio della danza e del pianoforte, delle lingue straniere e poi grandi viaggi in terre lontane, il tutto sempre alla ricerca di un fine ultimo: il mio posto nel mondo.
Sono stata attratta dalla via dello Yoga in un momento in cui, risucchiata dal turbinio di negatività e pensieri ininterrotti, ho capito che l’unico modo per uscirne era fare pace con me stessa, che il mondo lì fuori non sarebbe mai cambiato se prima non avessi cambiato il mio mondo dentro e che solo così avrei potuto portare un effettivo cambiamento alla realtà che mi circonda.
La mia prima lezione da allieva è stata come risalire in superficie dopo un tempo indefinito sotto acqua: aria pulita che mi entra dalla bocca, i polmoni pieni di vita. La mia prima lezione da insegnante è stata come abbandonare la scialuppa di salvataggio e finalmente saltare a bordo di un veliero che affronta la tempesta senza più paura delle onde. Perché fondamentalmente ho sempre creduto che nella vita non conti cosa è più conveniente fare, ma ciò per cui siamo venuti qui e quindi sia importante capire quali sono i mezzi che ci sono stati forniti per conseguire tale scopo. Le maschere e le storie che ci raccontiamo a un certo punto della vita cadono, non reggono più e lasciano un vuoto abissale difficile da colmare. Essendo noi stessi e ricollegandoci al nostro Sè più profondo, imparando a conoscerci e compiere scelte consapevoli, possiamo finalmente trovare il nostro posto in questo mondo, vivendo una vita piena, più serena e felice. Lo Yoga non è altro che la via per compiere tutto questo.